RICONCILIAZIONE
Vecchia recita nata per la festa della Scuola Domenicale della Chiesa Cristiana Evangelica, Milano, Ferrante Aporti 54
Madre: Giovanni, mi dispiace molto che tu ti sia bisticciato con Alberto. Tu sai che io non voglio che fai questioni con nessuno e che vivi in pace con tutti i tuoi compagni. Specialmente con Alberto che abita vicino a casa nostra.
Giovanni: Mamma, non è proprio un bisticcio, quando è solo uno che si irrita. Io ero determinato a non questionare con Alberto ma per quanto mi sia frenato, a causa del mio brutto carattere, non ho potuto fare a meno di andare in collera.
Madre: Raccontami tutto quello che è successo.
Giovanni: Stamattina a scuola abbiamo avuto la lezione di storia ed io ho risposto più presto e meglio di Alberto. Ora lui che vuole sempre essere il primo, non è stato contento ed ha iniziato a essere sgarbato con me.
Madre: Povero ragazzo! Dovresti capire che essendo zoppo e non potendo riuscire nei giochi e nelle attività, è naturale che desideri essere il primo negli studi.
Giovanni: Poi, nel cortile all'uscita dalla scuola, ecco de uno dei suoi amici si avvicina e mi parla dei pattini che vuole comperare e Alberto, pensando che volessi rubargli gli amici si arrabbia con me. Più tardi sono andato da lui per fare la pace ma si è messo a gridare che io volevo far pace solo per fare vedere agli altri quanto ero buono e generoso e che le mie belle parole non gli avrebbero fatto cambiare idea perché false. In quel momento la collera ha preso il sopravvento, ero sul punto di picchiarlo, invece mi sono fermato appena in tempo, sono stato zitto e sono andato via.
Madre: Hai fatto bene ma, secondo me, sarebbe buono fare pace con lui.
Giovanni: No, è lui che deve fare il primo passo verso di me e non io. È lui che ha offeso e non io.
Madre: Hai ragione, ma sono i forti che devono sopportare i deboli. Giovanni non fare mai che il sole tramonti sulla tua collera… vai oggi stesso da Alberto.
Giovanni: (pensa) Anch'io dentro di me sento che è meglio sistemare quello che c'è fra me e Alberto. Oggi nel tornare a casa avevo nella mente pensieri di vendetta, ma rifletterò su quello che mi hai detto.
……………..
Alberto: (piangendo) Cattivo, prepotente. Non posso correre come te altrimenti ti farei vedere io.
Giovanni: Oh Alberto cosa ti è successo che stai piangendo?
Alberto: Avevo 5 euro che mi ha regalato mio zio e un ragazzo prepotente me l'ha prese di mano e è scappato via dandomi uno spintone.
Giovanni: Da che parte è andato?
Alberto: Di là
Giovanni: Aspetta un attimo (se ne va)
Alberto: Che bravo! Non pensavo mi avrebbe aiutato dopo quello che è successo stamattina a scuola
Giovanni (di ritorno) Alberto ecco i tuoi cinque euro. Senti volevo anche dirti che spesso sono poco gentile con te e ti dico cose di cui poi mi pento. Ti chiedo scusa e vorrei essere tuo amico.
Alberto: Giovanni grazie. Mi hai dimostrato che la tua fede è vera e che non ti vendichi, ma rendi bene per male. Anch'io ho sbagliato con te. Tu oggi mi hai dato una grande lezione di amore, che non dimenticherò facilmente. Si, anch'io voglio essere tuo amico.