IL PAESE DEI POZZI
(Un racconto che illustra il concetto: Gesù è l'acqua della vita)
(Bianca Redolfi)
Tanto tanto tempo fa, un grande, buono e saggio architetto, dopo aver creato tante creazioni, decise di fare per loro ancora qualcosa di importante: creò dei pozzi!
Prese della terra, li creò tutti diversi per forma e dimensione e gli diede vita!
Dopo averli creati, disse loro: “Ricordatevi sempre che siete tutti preziosi per me! Non badate alla vostra forma e alla vostra dimensione. Voi siete preziosi perché vi ho fatti io e perché sarete di grande aiuto a tutte le altre creazioni ma dovrete sempre rimanere uniti a me. Se rimarrete radicati nella mia falda acquifera potrete generare fiumi di acqua viva per le altre creazioni ma se vi distaccherete dalla mia falda, vi prosciugherete e non avrete più vita”.
I pozzi promisero all'architetto di non dimenticare le sue parole e di non dimenticare il motivo per cui erano stati creati ma, si sa, il tempo passa e rischiamo di non ricordare più quello che ci è stato detto, o meglio, ricordiamo sicuramente le cose che ci piacciono ma dimentichiamo facilmente le cose che non ci piacciono più tanto.
E così accadde ai pozzi!
Inizialmente erano orgogliosi del loro compito: a loro si avvicinavano ogni giorno le greggi dei pascoli, gli uomini assetati ma poi, con il passare del tempo, incominciarono a stufarsi di vedere sempre capre, pecore, pastori, … sempre gli stessi visi, sempre le stesse cose, e loro sempre lì immobili nello stesso posto e, sopra di loro, sempre lo stesso cielo!
Con il tempo erano cambiate così tante cose... quel paese si era popolato, erano state costruite delle case; l'acqua dai pozzi arrivava addirittura da sola nelle case attraverso degli strani tubi, senza più bisogno di andare ad estrarla dai pozzi, e usciva da oggetti chiamati rubinetti; erano stati costruiti degli oggetti che permettevano agli uomini di parlare da un posto all'altro della terra: i telefoni; erano stati costruiti degli oggetti che permettevano di muoversi da un posto all'altro della terra: le biciclette, le moto, le macchine...
Oh! Le macchine, gli aerei... quegli oggetti sì che erano importanti e fortunati: si muovevano, potevano vedere sempre posti nuovi e tutti si prendevano cura di loro e li ammiravano.
I proprietari delle macchine le portavano vicino ai pozzi e le lavavano, le lucidavano... come erano belle... per ripararle dal freddo e dal caldo le custodivano poi dentro delle specie di case: le chiamavano garages.
E che dire degli aerei; i pozzi li vedevano sfrecciare sopra di loro, super veloci, ne sentivano parlare dagli uomini: “Ho viaggiato su un Jumbo favoloso! Certo è molto caro il biglietto ma ne vale la pena. Vedessi che meraviglia!!! E che comodità!”
Chi avrebbe mai parlato così di un semplice pozzo, scavato nella terra... chi avrebbe voluto farsi fotografare vicino ad un pozzo??? Nessuno! Invece, vicino ad una macchina, ad un super jumbo...
Neanche più le pecore e le capre si avvicinavano ai pozzi... perché venivano tenute dentro dei recinti dove c'erano gli abbeveratoi. Gli unici che si avvicinavano ancora ai pozzi erano dei cagnolini che ci andavano per bere o... per alzare la zampa e farci la pipì contro.
Insomma, i pozzi con il passare degli anni, dimenticarono le parole del loro architetto e si fecero prendere un po' dallo scoraggiamento e dalla gelosia per l'importanza attribuita agli altri oggetti, ai nuovi oggetti che ogni giorno venivano costruiti e inventati dagli uomini. Così, un giorno, discussero tra di loro e decisero che anche loro dovevano cambiare per adeguarsi ai nuovi tempi: “Cari pozzetti, siamo sinceri, nessuno ci considera più importanti”. “I tempi sono proprio cambiati e noi serviamo a ben poco... a qualche cagnolino assetato o a qualche turista di passaggio. Troppo poco!” “ Io non ce la faccio più a sopportare questa umiliazione!!!” “Però se diventiamo più moderni, potremo fare altre cose, potremo essere più importanti delle altre creazioni. Tutti ci dovranno ammirare e dovranno parlare di noi.” “Sì! E' proprio ora di cambiare!”
“Io voglio diventare un pozzo ricco e famoso”, disse uno.
“Io invece voglio diventare un pozzo colto, istruito, un vero pozzo di scienza”, disse un altro.
“Io voglio diventare il pozzo più profondo del mondo, il pozzo senza fondo”, un altro ancora.
“E io quello più bello”.
Solo il pozzo più vecchio si ricordò delle parole dell'architetto: “Ehi! Ma cosa state dicendo??? Noi siamo dei pozzi e dobbiamo dare acqua; fiumi di acqua viva sgorgano da noi, solo da noi, non escono da nessuna altra parte! Abbiamo svolto un grande servizio in tutti questi anni e siamo ancora importanti per il nostro architetto. Non ricordate quello che ci disse quando ci creò??? Certo! I tempi sono cambiati ma noi siamo sempre pozzi d'acqua e dobbiamo dare da bere!”
Ma il pozzo vecchio fu proprio l'unico a ricordare l'importanza ed il significato delle parole dell'architetto; gli altri volevano cambiare in tutti i sensi, volevano fare nuove esperienze, si sentivano trascurati, abbandonati dall'architetto e volevano diventare famosi come gli altri oggetti anzi più degli altri oggetti... e così si misero all'opera...
Un pozzo aveva sentito parlare dagli uomini di un liquido prezioso che si trovava nella terra, chiamato “oro nero” e decise che lui non sarebbe più stato un pozzo di acqua viva e fresca ma sarebbe diventato “il pozzo dell'oro nero”. Chissà come doveva essere brillante quell'oro nero e magari era anche profumato... Non sapeva bene a cosa servisse ma aveva capito che molti lo desideravano. Cosi si mise al lavoro notte e giorno, giorno e notte; scavò, scavò per mesi fino a quando davvero trovò l'oro nero. Ma non era proprio come lo aveva immaginato: era puzzolente, appiccicaticcio, un po' denso e soprattutto tanto tanto sporco. Però quando si svuotò dell'acqua e si riempì di oro nero, il pozzo divenne davvero famoso: arrivarono un sacco di giornalisti per fotografarlo; molte persone vollero comprare quel pozzo ed erano disposte a pagare un sacco di soldi per averlo! Il pozzo si sentiva finalmente importante, tutti avrebbero desiderato essere i suoi proprietari. Dopo lunghe trattative, venne venduto ad un petroliere super ricco, che dico ricco: milionario! Anzi super miliardario!
Il pozzo era molto orgoglioso del suo nuovo aspetto di “pozzo dell'oro nero”; non vedeva l'ora di incontrare il suo nuovo proprietario... chissà come lo avrebbe trattato... Sicuramente aveva grandi progetti per lui, altrimenti non avrebbe speso così tanto per averlo! Chissà, magari lo avrebbe posto al centro di un grandissimo e fresco giardino, di una meravigliosa villa... magari sarebbe stato trasformato in una bellissima fontana, sì una fontana che spruzza oro nero. Chissà come lo avrebbero invidiato gli altri pozzi... Eh già! Perché in tutto il mondo si sarebbe parlato degli zampilli del pozzo di oro nero e in tutto il mondo sarebbero circolate le sue foto.
Però il pozzo dell'oro nero, non incontrò mai il suo proprietario!!! Ogni giorno arrivavano dei grossi camion con tante persone e con degli strani attrezzi: dicevano che bisognava “perforare, trivellare”; anziché una fontana, sopra il pozzo venne costruita una specie di torre di metallo e il pozzo venne collegato a delle pompe che “succhiavano” l'oro nero e lo spingevano dentro degli oggetti chiamati serbatoi. Le pompe funzionavano giorno e notte e facevano un gran rumore! Insomma il pozzo non ebbe più pace! E non riusciva più a vedere il cielo, sì, perché dalla torre di metallo uscivano densi nuvoloni neri che gli oscuravano tutta la vista.
Aspettò e aspettò ma nessuno venne mai a trasformarlo in una fontana, a piantargli degli alberi attorno. Anzi la zona attorno venne chiusa, vietata all'ingresso. Il pozzo vedeva solo operai con tute sporche, camion e barili... l'aria intorno era inquinata, irrespirabile e... il cielo gli mancava. Capì che tutti erano solo interessati all'oro nero e non a lui! Non era certo questa la vita che aveva sognato e cosa gli sarebbe capitato se l'oro nero fosse finito???
Purtroppo ben presto lo seppe!!! Già, perché dopo qualche anno l'oro nero finì e il pozzo venne chiuso, cementato e nessuno si ricordò più di lui, nessuno lo ringraziò mai per tutto il lavoro che aveva fatto in quegli anni. Era stato solo sfruttato e poi abbandonato. Allora, si rese conto che la sua ambizione non solo non lo aveva reso utile alle altre creazioni ma gli aveva fatto anche dimenticare le parole dell'architetto; lui sì che gli aveva voluto davvero bene perché lo aveva considerato prezioso anche senza “oro nero”.
Un altro pozzo invece decise di impegnarsi per migliorarsi, per istruirsi. Aveva sempre solo dato da bere agli altri; ora era giunto il momento di pensare un po' alla sua formazione! Voleva diventare un “pozzo di scienza”: tutti si sarebbero rivolti a lui non per avere un semplice bicchiere di acqua ma per avere risposte e spiegazioni importanti sui misteri dell'universo. Così, si svuotò dell'acqua e si riempì di libri: libri di storia, di geografia, di filosofia, di scienze, di matematica, di chimica, di fisica, di astronomia...
Decise anche di imparare tutte le lingue del mondo così avrebbe potuto parlare con tutti i turisti stranieri che gli si avvicinavano e fare con loro discorsi molto eruditi. Gli sembrava già di sentire i commenti delle persone: “Quello sì che è un cervellone! Un professorone! Sa tutto! E come si esprime bene... che pozzo colto!”
Però quando qualcuno gli si avvicinava per fargli delle domande e per imparare da lui, il pozzo diceva che non aveva tempo: “Mi dispiace oggi non posso parlare con lei... devo finire di leggere questo libro...” e inoltre più studiava più si rendeva conto di non conoscere tutto e allora... ricominciava a studiare. E così andò avanti per tanti anni, riempiendosi di libri, sommergendosi di libri... e rimanendo sempre solo e senza risposte.
Alla fine dei suoi giorni però ricordò le parole dell'architetto e si rese conto che se fosse rimasto un pozzo di acqua non avrebbe trascorso tutta la sua vita in solitudine, come era successo, ma la avrebbe davvero impegnata per qualcosa.
Un altro pozzo volle cambiare diventando il pozzo più profondo del mondo. L'architetto, in effetti, non l'aveva fatto tanto bello: era quadrato, ricoperto di assi di legno e fondo solo qualche metro.
Sì, era ripieno di acqua fresca ma lui non si sentiva proprio un bel pozzo. Anche lui si svuotò...eh sì perché non si può scavare con l'acqua e... iniziò i lavori.
Scavò e scavò, arrivò a 30 metri di profondità, poi a 50, poi a 100. Quanto spazio aveva ora! Non era più un piccolo pozzo... incominciava ad essere fondo e spazioso e allora gli venne in mente di riempire un po' quello spazio... non si poteva proprio lasciare vuoto e ci mise tutto quello che trovava: pezzi di biciclette, scarpe rotte, manici di ombrelli... chissà magari un giorno sarebbero serviti...
Poi scavò ancora: arrivò a 200 m di profondità, poi a 300, poi a 500, e si riempì di copertoni bucati, di ferri da stiro arrugginiti, pile scariche. Scavò ancora: arrivò a 1000 m di profondità, poi a 1500 e… da allora nessuno lo vide più! Qualcuno arrivò per visitare il “pozzo senza fondo” ma rimase un po' deluso... eh sì! Perché si aspettava un pozzo profondissimo, di quelli che fanno girare la testa ma era colmo di oggetti e non c'erano scale o ascensori che portavano in profondità. “Che fregatura!”, dicevano i turisti amareggiati, “altro che pozzo senza fondo! E' solo un buco pieno di cose inutili!”
Un altro pozzo decise invece di migliorare il suo aspetto esteriore: buttò via la vecchia e arrugginita carrucola e al suo posto mise una spessissima e decoratissima catenella d'oro che terminava con un secchiello di cristallo. Si foderò di marmo bianco e sul marmo incastonò ogni tipo di pietre preziose: rubini, diamanti, smeraldi, zaffiri, brillanti... Il pozzo emanava una luce così forte che si vedeva addirittura a 1000 km di distanza. Era un pozzo bellissimo e preziosissimo, di immenso valore. Molti accorsero per ammirare il suo valore e la sua bellezza... e di nascosto cercarono di sottrargli qualche pietra preziosa o qualche pezzetto d' oro.
Il pozzo fu costretto allora a recintarsi con del filo spinato per evitare che qualcuno potesse toccarlo lasciandogli delle ditate per rubargli qualcosa di tutto quel valore. E così trascorse molti anni rimanendo prezioso, di gran valore ma assolutamente inavvicinabile.
Solo il vecchio pozzo decise di rimanere un semplice pozzo d'acqua. Certo, si curò anche lui: rifece tutta la muratura interna che con il tempo si era screpolata e si costruì un piccolo tetto per ripararsi dal sole ma mantenne sempre il contatto con la falda acquifera. È vero che i tempi erano cambiati e che l'acqua oramai era in tutte le case e non c'era più bisogno di andarla a prelevare nei pozzi ma proprio per questo, i pozzi, con il passare del tempo, divennero una rarità, un vero pezzo di antiquariato, qualcosa da conservare con cura e con rispetto. Del resto non se ne trovavano più tanti in giro, da quando gli altri pozzi avevano deciso di cambiare.
Perciò quando il vecchio pozzo venne scoperto, diventò il monumento più importante del paese: tutto intorno gli venne costruito un bellissimo parco, pieno di fiori e di piante da frutto.
La sua acqua veniva prelevata ogni giorno da migliaia di persone; alcune di esse arrivavano addirittura da lontano per prendere quell'acqua che era così “salutare”, così “ricca di sali minerali” da essere tanto importante non solo per le piante ma anche per le persone. Qualcuno lo chiamava “il pozzo dell'acqua termale”; lui non sapeva bene cosa volesse dire ma era sempre felice perché non era mai solo e poteva essere di aiuto a molti.
Dentro la sua acqua, ogni tanto si tuffava qualche rana e qualche uccellino ci andava a fare il bagno.
Durante il giorno il parco era pieno di bambini che dopo aver giocato si sedevano sul muretto del pozzo così lui poteva ascoltare tutte le loro storie.
Verso sera, quando tutti andavano a casa, c'erano la luna e le stelle a fargli compagnia.Il pozzo era sempre felice! Tutti gli facevano i complimenti e lo ringraziavano per la frescura che riusciva a procurare con la sua acqua e lui, dentro di sé, ringraziava l'architetto che gli aveva permesso di essere un pozzo vivo.
Ogni giorno ripensava alle sue parole: “Se rimarrete radicati nella mia falda acquifera potrete generare fiumi di acqua viva per le altre creazioni ma se vi distaccherete dalla mia falda, vi prosciugherete e non avrete più vita”. Come erano vere quelle parole!